LA MEMORIA DEL CORPO…viaggio di un “BOM”

Rispolvero un articolo che ho scritto qualche tempo fa, a proposito di laboratori musicali e nello specifico di Ritmìa, memoria corporea, emozioni e apprendimento…

A volte capita, ascoltando una canzone, di seguirne il tempo attraverso il giocoso tamburellare  delle dita o di ritrovarsi a cantare quasi sovra pensiero, un motivo sentito tempo fa. E si prova una strana sensazione di euforia, accompagnata da una remota soddisfazione nel riuscire a ricordarne le parole! A volte capita…un suono, un ritmo, un ricordo…un fremito di vita. Scatta qualcosa, un richiamo che pare arrivare dal paese di Nonsisadove! “Uau! Da grande voglio fare il batterista!” Così, irrompe la voce cristallina di Davide, 5 anni, nel bel mezzo di un laboratorio Ritmìa. Si tratta del momento conclusivo di una sequenza ritmica suonata con i tamburi. Il suono ritmato e corale degli strumenti ha innescato in lui una scintilla. Ha provocato un’emozione e ha richiamato qualcosa che è già parte di tutti noi e che affonda le sue radici alle origini del mondo. “Ciò che compone la biologia dell’essere umano è il prodotto dell’evoluzione della specie e di quanto l’ha preceduta. Siamo fatti di memorie, da sempre. I meccanismi di regolazione della biologia non sono sorti per caso ma hanno seguito un percorso di adattamento che si perde nelle tracce delle origini della Terra. Il DNA è memoria della vita, il corpo umano è memoria filogenetica degli esseri viventi, delle varie forme adattive, il cervello è la mappa e la custodia della memoria.”(1). Il nostro corpo è memoria, noi siamo memoria e alla nascita siamo già in grado di riconoscere suoni e rumori ben definiti. Ogni individuo possiede un’identità sonora che lo caratterizza e che forma parte della sua personalità. Questa identità è costituita da un’infinità di energie sonore, continuamente in movimento. Nel Manuale di Musicoterapia di Rolando Benenzon si parla di ISO Universale e ISO Gestaltico. L’ISO Universale è riconducibile all’eredità arcaica dell’umanità e in esso rientrano le sonorità legate al  battito cardiaco, ai processi di inspirazione ed espirazione, ai rumori intestinali, oltre che ai suoni della natura, come quello prodotto dal vento e dall’acqua, e ancora, tutte le strutture che nel corso dei millenni si sono via via incorporate, come le melodie infantili e le ninne nanne. Tutto ciò che compone l’ISO Universale, costituisce terreno fertile su cui costruire la relazione e gettare le basi per favorire l’emergere di qualsiasi  processo comunicativo. L’ISO Gestaltico si innesta sull’ISO Universale ma è diverso perchè si struttura a partire dall’embrione in gestazione ed è fortemente connesso con la storia unica ed irripetibile di ogni singola persona. Ogni individuo organizza, sullo sfondo della propria interiorità e delle esperienze vissute (da qui il termine mutuato dalla psicologia della Gestalt), qualsiasi elemento sonoro-musicale  percepito, riempiendolo di un significato del tutto particolare, personale, soggettivo e intimo. Tutti gli uomini, per esempio, sono in grado di riconoscere il suono di un battito cardiaco o la melodia che caratterizza una ninna nanna (ISO Universale) ma ogni madre possiede un proprio battito cardiaco e un timbro di voce, discriminabili dal feto (ISO Gestaltico).  Quindi, tutto ciò che ascoltiamo, percepiamo, viviamo e tutto quello che ci è stato tramandato da generazioni, rimane scritto in noi. È la memoria del nostro corpo. Educare la musicalità del bambino, significa aiutarlo a diventare consapevole di qualcosa che fa già parte di lui. Da una provocazione musicale, si può allora arrivare a stimolare la memoria emotiva e corporea connessa all’identità sonora. Ogni strumento e il timbro ad esso correlato, richiamano uno stato d’animo, un sentimento, un vissuto corporeo. Lo stimolo sonoro ha innescato in Davide una risposta di questo tipo, radicata nell’ambito della memoria musicale, provocando a sua volta una motivazione verso l’apprendimento. Una motivazione nata e vissuta in forma ludica. Allora, accostarsi ad uno strumento musicale, assume un significato importante e una valenza profonda. La bellezza di Ritmìa consiste anche in questo, nel dare l’opportunità al bambino di conoscere le sue  potenzialità musicali e di ampliare conoscenze già acquisite. Perchè la musica è già in noi, ce la portiamo dentro da secoli e attende solo di essere risvegliata!
Per chi non avesse ancora curiosato http://www.metodo-ritmia.com/home_ita.htm                                                                                                                               1- Cristini Carlo, “Attaccamento e ciclo di vita: memoria e invecchiamento”, in AA.VV., Attaccamento e ciclo di vita., ed. IPP, Brescia, 2006, p. 73